Lo scorso febbraio, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un ordine esecutivo che impone dazi su acciaio e alluminio importato del valore del 25%, a partire dal 12 marzo 2025. Questa decisione ha suscitato immediate reazioni a livello internazionale, in particolare da parte dell’Unione Europea.
Dazi su acciaio e alluminio: Implicazioni per il settore siderurgico e metallurgico
L’introduzione di dazi su acciaio e alluminio avrà un impatto significativo sul settore siderurgico e metallurgico a livello globale. Le aziende europee che esportano negli Stati Uniti potrebbero affrontare una riduzione della competitività a causa dell’aumento dei costi legati alle nuove imposte. Questo scenario potrebbe portare a una diminuzione delle esportazioni verso il mercato statunitense, influenzando negativamente i ricavi delle imprese del settore.
La posizione dell’Unione Europea
In risposta alla mossa degli Stati Uniti, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha espresso profondo rammarico, definendo le tariffe come “tasse dannose per le imprese e peggiori per i consumatori“. Ha inoltre sottolineato che l’UE adotterà contromisure “ferme e proporzionate” per proteggere i propri interessi economici, i lavoratori, le aziende e i consumatori.
L’impatto sulle aziende di settore
Le imprese appartenenti al settore siderurgico e metallurgico potrebbero risentire di questa nuova politica commerciale. L’aumento dei dazi potrebbe tradursi in una contrazione delle esportazioni verso gli Stati Uniti, uno dei principali mercati di sbocco per l’acciaio e l’alluminio europeo. Di conseguenza, le aziende potrebbero dover rivedere le proprie strategie commerciali, cercando nuovi mercati o focalizzandosi maggiormente sul mercato interno.
Durante il suo primo mandato, Trump aveva già introdotto dazi su acciaio (al 25%) e alluminio (10%) per proteggere la produzione americana da quella che, secondo il suo punto di vista, era considerata una concorrenza sleale favorita da sussidi statali. Da allora l’export italiano di acciaio verso gli Usa ha perso i due terzi della quota, secondo Federacciai.
L’introduzione dei dazi potrebbe innescare una serie di reazioni a catena nel commercio internazionale. La Commissione Europea ha infatti affermato in una recente dichiarazione:
“L’Ue non vede alcuna giustificazione per l’imposizione di tariffe sulle sue esportazioni. Reagiremo per proteggere gli interessi delle aziende, dei lavoratori e dei consumatori europei da misure ingiustificate […] In generale, l’imposizione di tariffe sarebbe illegale ed economicamente controproducente, soprattutto date le catene di produzione profondamente integrate che Ue e Usa hanno creato attraverso il commercio e gli investimenti transatlantici. Le tariffe sono essenzialmente tasse. Imponendo tariffe, gli Usa tasserebbero i propri cittadini, aumentando i costi per le aziende e alimentando l’inflazione. Inoltre, le tariffe accrescono l’incertezza economica e interrompono l’efficienza e l’integrazione dei mercati globali”
In questo contesto di incertezza, le aziende del settore devono adottare strategie proattive per mitigare gli effetti negativi dei dazi. Tra le possibili azioni: diversificazione dei mercati di esportazione, incremento dell’efficienza produttiva per ridurre i costi, investimento in ricerca e sviluppo per innovare i prodotti e renderli più competitivi, e rafforzamento delle relazioni commerciali con partner in paesi non soggetti ai nuovi dazi.