Dazi americani: l’acciaio europeo a rischio e le prospettive per il settore siderurgico

Torniamo a parlare di dazi americani sull’acciaio. A febbraio di quest’anno avevamo già visto come l’introduzione della tassazione su acciaio e alluminio prospettata dal governo Trump avesse suscitato grandi preoccupazioni all’interno del settore siderurgico.

Oggi, torniamo a parlare degli effetti che i dazi stanno avendo sul commercio internazionale e dell’ultimo allarme lanciato dall’industria europea. 

Dazi americani: secondo Eurofer un milione di tonnellate a rischio

Il tema dei dazi americani sull’acciaio torna prepotentemente al centro del dibattito europeo. Secondo le stime di Eurofer, l’associazione europea dell’acciaio, “una parte significativa” di circa 1 milione di tonnellate di acciaio dell’Ue potrebbe scomparire a causa delle nuove tariffe Usa del 15% sui veicoli europei, senza considerare i dazi fino al 50% già applicati al comparto.

Eurofer ricorda che nel 2024, con un dazio al 2,5%, l’Unione europea aveva esportato circa 760.000 veicoli negli Stati Uniti, corrispondenti appunto a un milione di tonnellate di acciaio. Con le nuove condizioni, questo equilibrio rischia di saltare.

L’intesa Usa-Ue a rischio: il “trucco” delle tariffe doppie

A mettere in discussione l’accordo commerciale tra Bruxelles e Washington è soprattutto la decisione della Casa Bianca di applicare dazi al 50% sulle componenti metalliche di oltre 400 prodotti, dai macchinari ai beni di consumo.

 

Come sottolineato dal Wall Street Journal, questa mossa fa sì che molti prodotti Ue, pur formalmente soggetti a una tariffa media del 15%, si ritrovino in realtà gravati da un’imposizione molto più alta.

La denuncia dell’industria meccanica

Bertram Kawlath, presidente della VDMA (Associazione tedesca dell’industria meccanica), in una lettera alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha denunciato: «Circa il 30% delle importazioni statunitensi di macchinari dall’Ue è ora soggetto a dazi del 50% sul contenuto di metallo del prodotto».

Una pressione insostenibile che ha già spinto alcune aziende a sospendere le esportazioni verso gli Stati Uniti. Bernard Krone, numero uno di un gruppo attivo nella produzione di macchinari agricoli, ha spiegato di aver interrotto le spedizioni, dirottando quelle già partite verso Messico e Canada.

 L’incertezza politica e i margini di manovra

La questione non è solo economica ma anche politica. La decisione della Corte Suprema americana, chiamata a valutare la legittimità dei dazi reciproci voluti da Donald Trump, potrebbe cambiare le carte in tavola.

Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha ammesso che, in caso di bocciatura, «dovremmo rimborsare circa la metà dei dazi, il che sarebbe terribile per il Tesoro».

Nel frattempo, a Bruxelles cresce la tensione politica. Il commissario europeo al Commercio, Maroš Šefčovič, ha riconosciuto le difficoltà senza sbilanciarsi sui tempi di una soluzione.

 

Il quadro che emerge è quello di un quadro commerciale molto complesso, che rischia di colpire in modo diretto la siderurgia e indirettamente tutto l’indotto manifatturiero europeo. Per realtà come Fin Fer, che operano nel settore siderurgico, queste dinamiche confermano quanto sia fondamentale puntare su flessibilità, diversificazione dei mercati e innovazione di prodotto.

La volatilità dei dazi e delle relazioni internazionali rende chiaro un punto: le aziende hanno bisogno di anticipare scenari critici e attrezzarsi con strategie di lungo periodo.

altri post